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5K - LE FIAMME GIALLE NELLA GRANDE GUERRA

Le Fiamme Gialle nella Grande Guerra a difesa di Ferrara
Sala Estense Ferrara – novembre 2016
Classe 5 K relazioni internazionali per il marketing

 

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All'interno delle celebrazioni per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, il comando provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara ha organizzato una giornata di studio per far conoscere alle giovani generazioni aspetti poco noti sulla partecipazione della Guardia di Finanza alla "Grande Guerra".
All'incontro in qualità di relatori erano presenti: il presidente dell'Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, Anna Maria Quarzi e il direttore del Museo Storico della GdF, Maggiore Gerardo Severino.
Nel luglio del 1912 il Comando del Corpo di Stato Maggiore dell'Esercito dispose che la Guardia di finanza, in caso di guerra, mobilitasse "distaccamenti speciali" costituiti da finanzieri da mettere a disposizione dei reparti dell'Esercito in prima linea, con compiti informativi e di esplorazione.
Oltre a queste unità altre sarebbero state destinate a partecipare alle operazioni di guerra con organico, armamento ed equipaggiamento identico a quelli dei reparti alpini (infatti reparti vennero utilizzati nella zona di Asiago e Valsugana).
Naturalmente non erano preparati alla vita di montagna ma nonostante questo si distinsero per abnegazione e tenacia.
Il primo colpo di fucile fu sparato nelle ultime ore del 23 maggio 1914 (le ostilità dovevano iniziare alle ore zero del 24) da due finanzieri, Costantino Carta e Pietro Dall'Acqua, che sorpresero una pattuglia di guastatori austriaci che tentavano di far saltare il ponte di Brazzano sullo Judrio, il fiume che segnava il nostro confine orientale del 1866 (Trattato di Vienna), e li ricacciarono causando perdite con fuoco di fucileria concentrato.
La Batteria Amalfi di Punta Sabbioni spiccò come cardine dell'interno sistema costiero a salvaguardia di Venezia, deterrente per la flotta austriaca.
Ancor prima, la costa adriatica (Fano, Rimini, Ancona) fu presa di mira da attacchi che portarono a gravi perdite. Ancona fu la città dove si verificò un episodio che ben rappresenta la tenacia dei finanzieri. Durante un importante e delicato servizio prestato lungo la costa, il 5 aprile 1918, i finanzieri Magaluto e Grassi si imbatterono in un commando di 59 marinai austriaci che riuscirono ad arrivare sfruttando l'accento veneto di uno di loro. Gli uomini, in parte istriani e dalmati, parlavano italiano e le uniformi regolamentari da marinaio che indossavano erano simili a quelle italiane. Il loro obiettivo erano i MAS di Rizzo, ormeggiati presso la Mole Vanvitelliana, dei quali intendevano impadronirsi per silurare il pontone armato che sorvegliava l'ingresso del porto ed i sommergibili alla fonda, e dirigere poi per la costa dalmata. L'impresa era ormai prossima al successo, quando gli austriaci si imbatterono nei due finanzieri, in servizio di vigilanza allo zuccherificio situato nell'interno della Mole, Giuseppe Magnucco e Carlo Grassi che fu ucciso da un colpo di pugnale ma riuscì ad avvertire Magaluto. Quest'ultimo reagì a fucilate, trincerandosi in una garitta, intrappolando gli aggressori in un'area ristretta senza possibilità di fuga, quindi bloccando e arrestando il comando fino all'arrivo dei rinforzi ai quali gli incursori si arresero. Sul punto c'è una lapide che ricorda l'avvenimento.
Durante la conferenza è stato proiettato un audiovisivo in modo che oltre alle parole (voce narrante tenente colonnello Magro) anche le immagini rimanessero impresse.
Sono state poi elencate le imprese militari compiute dai battaglioni nel primo anno di guerra, a dimostrazione che i reparti della Guardia di finanza alla prova del fuoco non erano per nulla diversi, nel bene e nel male, dai reparti fanteria ai quali erano affiancati.
La Guardia di finanza concluse la partecipazione diretta alla grande guerra dopo mesi di sacrifici e episodi di valore, sempre in prima linea.
La parola è poi andata alla Dott.ssa Quarzi, che ha ricordato che i caduti sono stati per gran parte militari e che in guerra si andava giovanissimi, anche a 17 anni.
Ferrara era una città di retrovia ma venne definita città in stato di guerra per due particolarità: ospitava l'hangar per i dirigibili (2 in Italia) e l'ospedale militare situato presso Villa Seminario, diretto dallo psichiatra Boschi. L'ospedale era molto importante perché era la prima volta che si curavano alcune patologie mentali derivanti dalla guerra e anche fenomeni di autolesionismo per non partecipare o continuare la guerra. Ospitò degli artisti importanti come De Chirico.
Situati vicino all'hangar per i dirigibili si trovavano laboratori bellici e per la produzione di gas per i dirigibili. I lavoratori, tra civili e militari, furono circa 400.
La città subì bombardamenti mirati a distruggere al fabbrica di gas e l'hangar. Nel 1918 nasce a Poggio Renatico l'aeroporto dove oggi troviamo la Base del COA.
Il ruolo della donna nella prima guerra mondiale, cambia perché tutte si adattarono a fare i lavori sostituendo gli uomini che erano in guerra.
Per quanto riguarda Ferrara l'episodio che la giornata vuole ricordare è il sacrificio di tre finanzieri in servizio presso un piccolo Reparto territoriale del Corpo, l'allora Brigata di Canal Bianco.
Il Brig. Riccardo Stagni, originario di Bologna, il Fin. Camillo Veronesi e il Fin. Carmine Esposito che, animati da spirito di sacrificio, fecero fronte a una delle tante minacce provenienti dal mare a partire dal 20 maggio 1915 e fino alla fine del conflitto.
I tre persero la vita il 9 agosto 1916 quando si trovavano in servizio presso la località Cornacchie nella zona di Magnavacca-Comacchio. Dovevano scrutare il mare e segnalare ogni movimento sospetto (contrabbando di guerra, apposizione di mine sotto le coste ecc.)
Scorsero una mina tedesca alla deriva. Le mine venivano posizione per contrastare i mezzi della marina italiana ma purtroppo colpivano anche la barche di pescatori. Nel tentativo di portare sulla spiaggia la mina per gli artificieri questa scoppiò dilaniando i tre finanzieri.
I tre finanzieri non vennero mai dimenticati dalla popolazione comacchiese che costruì una tomba appositamente a loro dedicata.
Si ringraziano il colonnello Lancerin e il colonnello Ruffa che collaborano in varie occasioni con la nostra scuola.

 

Alessandro Geusa 5 K

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